Pelle di luna, 1999, olio su tela 50X40,
Marisa Angelini Liranzo
.
In arte Liranzò, è nata in Venezuela da padre italiano e madre dominicana. Attualmente vive a Martina Franca ma è comunque una viaggiatrice instancabile. Animata dalla sua passione per l’arte e dal desiderio di far tesoro di queste esperienze uniche, ha visitato i musei più famosi al mondo: Roma, Milano, New York, Londra, Parigi, Madrid, Amsterdam, Vienna, Berlino e visitato paesi diversi dalle solite mete turistiche quali, il Madagascar, l’Etiopia e il Giappone. Sicuramente queste esperienze di studio e conoscenza hanno influenzato la sua arte nella scelta dei soggetti e nell’uso dei colori. Conquistata dalle diverse culture, nei suoi viaggi oltre ai luoghi, ama fotografare e scrutare i volti della gente dai quali trae ispirazione.
Il tema “Viaggio tra ai popoli del mondo“ le ha suscitato quell’emozione che attendeva da tempo. Il suo percorso pittorico inizia con la scoperta della pittura ad olio, nel 2003, frequentando la “Bottega del Chiostro” dove è stata allieva del maestro Filippo Cacace. Il maestro l’ha educata all’uso della tecnica della “grisaglia”, ottima tecnica per esaltare la massima luce e la massima ombra, che sposata all’ estemporaneità
della sua pennellata, suscita l’emozione che un dipinto dovrebbe dare. Ha partecipato a diverse mostre collettive. Le sue opere sono sparse in diverse collezioni private in Italia, Germania e America.
Il maestro Cacace dice di lei : “ L’arte pittorica è illusione, la tela rende visibili le immagini , i pensieri e le emozioni come una finestra aperta sulla parete”. Sullo sfondo della parete Marisa Angelini Liranzo scrive con i colori la vita del quotidiano trasformandola in una esperienza unica ed eterna. I momenti di vita nell’arte di Marisa cancellano i confini del mondo, superano la retorica della storia e del tempo . Questa riflessione è fondamentale per aprire l’arte alla comunicazione e al dialogo ed al confronto, perché l’arte è unione.
Nella quotidianità esistenziale Marisa sceglie, da buona regista, i momenti più salienti vicini alla poetica del vissuto, rappresentati da uomini che suonano nella loro intimità il sassofono ispirandosi al jazz, musica che unisce i popoli. I suoi musici suonano per strada quasi a voler per un attimo interrompere la nevrosi metropolitana, scene di interni abitati da donne che vivono in simbiosi con l’armonia interiore. Donne eleganti dal gusto semplice e pieno di grazia.
Per Marisa la tecnica ( techne in greco significa arte) diventa strumento fondamentale per stupire e far riflettere lo spettatore. La sua naturale e spontanea intenzione si lega con il fascino (unire a se) rendendo l’esperienza artistica un attimo unico ed insostituibile. Le opere di Marisa sono concrete perché rappresentano il reale ed anche sognanti perché trasformano la realtà in un attimo magico. La sua cromia diventa poesia silenziosa in una spazio dove la vanità del colore diventa strumento itinerante della percezione retinica. Le opere di Marisa dimostrano che la rappresentazione pittorica non è solo immagine, ma strumento per immaginare la psicologia dell’opera ( psiche in greco significa anima) la logica dell’anima.
Il sassofonista, 2003, olio su tela, 100 x 50
Music in the air, 2009, olio su tela, 80 x 50
The Red Umbrella,2007, olio su tela 80×60
It’s a sad song , 2008,olio su tela, 100x 60
“Tramonto sul Po”,2005,olio su tela, 40X60